sabato 22 agosto 2020

José Vicente Quirante Rives, "Elogio del caffè al bar"

 di

ENZO REGA





Scritture a Sud

 

Il caffè a Napoli con gli occhi, e il palato, di uno spagnolo

 

Il caffè è uno dei pochi vanti italici che resiste in quest’epoca difficile. Un vanto napoletano, in particolare. All’italica, e partenopea bevanda, rende omaggio il direttore dell’istituto Cervantes di Napoli, José Vicente Quirante Rives, nel suo sapido volumetto Elogio del caffè al bar. Scritto a Napoli dove il caffè è culto (Pironti, Napoli 2009). A onore del paese dell’autore, in copertina la riproduzione di un quadro dello spagnolo Francisco de Zurbaràn dove sarebbe raffigurata la prima tazzina da caffè (almeno stando alla pubblicità del caffè Kenon): sarebbe, perché a ben vedere, la tazza riprodotta contiene acqua, come osserva l’autore stesso di questo libro scritto in tre “sedute” al bar. Veritiero, e verace, invece l’esergo in apertura, tratto  dal film Fantasmi a Roma di Eduardo De Filippo: “Quando io morirò, tu portami il caffè, e vedrai che io resuscito come Lazzaro”. Il caffè, però, Quirante Rives lo prende solo al bar: “Ma perché farlo in casa se a Napoli vivo circondato da baristi-artisti che mi fanno godere, ad un prezzo modico, di un’arte dal valore inestimabile?... Ogni giorno esco di casa e mi dirigo verso uno dei templi del Vomero, il Bar Mexico di via Scarlatti, con il suo bancone in alluminio, la sua vetrina zeppa di cioccolato di ogni tipo e, in fondo, la cassa. Quando arrivai a Napoli lavoravo lì vicino, e ricordo la coppia di baristi che c’era allora: non avevano niente da invidiare ai mitici Totò e Peppino”. Il napoletano che vuole gustarsi il miglior caffè non può rispettare il proverbio spagnolo che recita: “Chi si alza all’alba, Dio lo aiuta”, perché i primi caffè sfornati dalla macchina sono giusto “di sopravvivenza”: solo più tardi arrivano le migliori tazzine. E qui in soccorso arriva un altro motto ispanico: “Non perché ci si alza presto fa giorno prima”.

 

Enzo Rega


* originariamente pubblicato in "Il Pappagallo" (periodico pubblicato a Palma Campania), dir. Dino Lauri, nella rubrica Scritture a Sud

 

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