sabato 11 gennaio 2020

Enzo Rega, La linea dei passi

“I viaggi sono i viaggiatori. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma ciò che siamo”.

Fernando Pessoa, Il libro dell’inquietudine, Feltrinelli.


Enzo Rega, La linea dei passi, Edizioni Helicon, Poppi (Arezzo) 2019


viaggio come ricerca - viaggio come fuga? In entrambi i casi c’è un’utilità del viaggio.
oppure viaggio come fallimento... o dissipazione, dispersione, spreco, inutilità.

la postfazione

IL VIAGGIO NEL VIAGGIO
Una mappa sotterranea



“In fondo poco importa quando e come una cosa viene detta, l’importante è che prima o dopo la si dica. Le singole opere possono anche restare frammenti  se,  unite, formano un tutto armonioso”.    

Heinrich  Heine,  Visioni   di   viaggio, Frassinelli.





         Chi viaggia, ingordamente, ruba immagini qua e là, per ricomporle in un montaggio  che è anche smontaggio della realtà, che ne trapela, così, irriconoscibile. Il furto, però, non riguarda solo le immagini, ma anche le parole - e le frasi - nelle quali il viaggiatore si è imbattuto. E  finiscono, poi, le parole e le frasi, irriconoscibili, o per lo meno mascherate, fra le proprie. Questo occultamento  vogliamo qua  svelare, per quanto possibile, invitando però, al contempo, anche a una sorta di chi cerca trova. Dove rintracciare, tanto per fare gli esempi più vistosi, la riscrittura dei passi sottratti a Le città invisibili di Italo Calvino e a L’elogio della follia di Erasmo da Rotterdam? E dietro l’angolo di quali parole si è nascosto il Kafka di Il processo e Il castello? A quale mostro, qui, ha dato luogo il calco di Moosbrugger, personaggio de L’uomo senza qualità di Musil, che ha prestato anche qualche espressione, sprofondata e riplasmata nel proprio, personale tentativo di esprimersi? E il Bohumil Hrabal di Treni strettamente sorvegliati (credo) cosa mi ha, inconsapevolmente, e malgrèe lui, donato? Anche di una sua intervista, non rilasciata a me, ovviamente,  mi sono impossessato. Dove possiamo ritrovare la ripetizione di qualche passo de La ripetizione di Peter Handke? Dove, vigliaccamente, ho nascosto gli echi del Walter Benjamin di Diario moscovita e Angelus Novus, libro fatto di echi di altri libri di un autore che ha teorizzato il citazionismo come modus construendi dell’opera letteraria? E alla fine, ma non in fine, da quali squarci riconosciamo La gelosia di Alain Robbe-Grillet e La bocca del lupo di Remigio Zena?
        Altro dimenticherò. E altro non saprò di averlo rubato. Altro, invece, l’ho dichiarato, volta per volta, in apertura. Taccio invece riguardo ai titoli e ai nomi degli amici ‘milanesi’, ai quali ho chiesto in prestito  versi che servissero a identificarli, ma non subito a smascherarli.
          Per non parlare, infine, del prestito da Albert Giraud attraverso l’Arnold Schoenberg del Pierrot Lunaire (Parfums de Bergame).
          

          Un altro scherzo ha fatto il ricordo, rimescolando i dati della memoria talché, alla fine, il racconto del percorso non coincide sempre con la cronologia del percorso. E questo percorso – e i testi che lo raccontano – risalgono ormai a un po’ di tempo fa. Ma sono sempre dentro di noi. Sono noi. E noi siamo loro.

In copertina, sul libro "Onde" di Luigi Aricò.



2 commenti:

  1. Il fatto è, caro Enzo, che oggi non si viaggia più. Si visita forse, sapendo già cosa troverai, ti era stato detto dall'agenzia, l'avevi visto nei dépliant, in un viaggio che altri avevano programmato per te. Si giunge ad una meta che è stata già d'altri o forse proprio per questo. Si parte già sapendo cosa troverai e dove. Si parte e si arriva, manca il percorso, il viaggio appunto, e la sorpresa, l'incerto. Il viaggio in sé non interessa, è un fastidio da ridurre al minimo possibile. Nessuno ti chiede più cosa hai fatto proprio durante il viaggio, in quel lasso di tempo di cui tu non hai contezza. Il tempo parte dall'arrivo, di là comincia il tuo viaggio, poco importa come ci sei arrivato, quali percorsi, strade hai scelto, anzi hanno scelto per te. Il tempo dell'aereo è breve, ancor più vuoto di memoria il tempo in crociera dove ricorderai solo i buffet e dove il solo ricordo sarà affidato a centinaia di foto che non avranno nemmeno la dignità della sepoltura in un cassetto, ma resteranno in un file del tuo computer. E nulla scriverai e ricorderai delle emozioni, dei suoni e degli odori perché in foto non vengono e forse non troverebbero nemmeno ascolto. Non amo viaggiare, oggi non si può più, forse non mi interessa, a me del viaggio interessa il tempo. Ecco perché mi godo i piccoli percorsi che posso permettermi, amo il treno, la nave per recarmi a Salina. Cammino tanto, decine di chilometri al giorno, con il mio ginocchio malandato, mi godo le strade, la gente che incontro, le insegne, i padroni al guinzaglio dei cani, gli odori del mare alla scogliera di Catania, le onde che sembrano uguali come il guizzo delle fiamme in un camino, i pazzi che fanno il bagno a gennaio, i vecchi pescatori che fumano ad Ognina, le automobili che sulla strada corrono veloci, i semafori che mi conoscono ormai e mi lasciano passare. Quanto tempo mi godo.

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