domenica 5 aprile 2020

Angelo Massa - Davide Auricchio, Le ville romane di Terzigno


di 
ENZO REGA







“Questa terra di sassi neri e sabbia / Bruciata dalla ruggine, / Queste foglie innevate di sangue, / Su filari accerchiati, / Degradano nel giallo di ginestre / Leggere, / Nei lapilli spugnosi, nei suoi fianchi, / È la mia terra e parla: / Scarnificate facce, storie antiche; / Budelli disegnati come strade / Pendii slavati lungo le colate / Di fango…”. Sono versi che Salvatore Violante dedica alla sua terra vesuviana ripresi in apertura del prezioso volumetto Le Ville romane di Terzigno. Tesori e bellezze (Il Quaderno edizioni, Boscoreale 2019) a cura dell’architetto Angelo Massa e del critico storico d’arte Davide Auricchio. La terra parla qui attraverso altre pietre: i  reperti archeologici della Cava Ranieri, a Terzigno, scoperti nel 1981. Gli autori compiono “un viaggio a ritroso nel tempo” descrivendo le ville come si presentano oggi e come dovevano essere in pieno splendore, prima che l’eruzione del 79, quella di Pompei, le seppellisse nello stesso tempo conservandole. Ciò con un linguaggio sì tecnico ma anche accattivante, che sa parlare al lettore profano ma attento riportando alla luce, con le parole – e il ricco apparato iconografico – non solo le strutture architettoniche ma la vita che fu. Le ville di Terzigno si collocano nell’Ager pompeianus, un territorio centrale per la produzione di beni primari, caratterizzato da un clima mite, da un suolo fertile, ricco anche di fonti termali e sotto l’influenza della raffinata cultura greca che Napoli emanava: “Elementi, questi, che rendevano l’intero territorio orbitante intorno al Vesuvio, luogo ideale anche per le ville d’ozio, luoghi destinati alla speculazione filosofica e intellettuale” (p. 125). Una raffinatezza che si risente anche nelle ville di Terzigno: tre quelle riesumate nella Cava Ranieri, insieme addirittura ai solchi di coltivazione ancora visibili. Si tratta di ville rustiche dedite alla coltivazione dell’uva per produrre vino, ma gli insediamenti presentano accanto alla fattoria vera e propria (pars rustica) anche costruzioni per abitazione (pars urbana) con pareti affrescate (alcune megalografie che ricordano Villa dei Misteri), mosaici, vasellame e monili. Il racconto degli autori invita il lettore a visitare questi luoghi le cui pietre, sulla scorta del libro, potrà ricomporre in Storia viva.


Enzo Rega


pubblicato in "Il Pappagallo", gennaio 2020
"Le ville romane di Terzigno. Un viaggio a ritroso nel tempo di Massa e Auricchio"




dagli affreschi di una delle ville

Nessun commento:

Posta un commento