di
ENZO REGA
“Questa
terra di sassi neri e sabbia / Bruciata dalla ruggine, / Queste foglie innevate
di sangue, / Su filari accerchiati, / Degradano nel giallo di ginestre / Leggere,
/ Nei lapilli spugnosi, nei suoi fianchi, / È la mia terra e parla: /
Scarnificate facce, storie antiche; / Budelli disegnati come strade / Pendii
slavati lungo le colate / Di fango…”. Sono versi che Salvatore Violante dedica
alla sua terra vesuviana ripresi in apertura del prezioso volumetto Le Ville romane di Terzigno. Tesori e
bellezze (Il Quaderno edizioni, Boscoreale 2019) a cura dell’architetto Angelo
Massa e del critico storico d’arte Davide Auricchio. La terra parla qui
attraverso altre pietre: i reperti
archeologici della Cava Ranieri, a Terzigno, scoperti nel 1981. Gli autori
compiono “un viaggio a ritroso nel tempo” descrivendo le ville come si
presentano oggi e come dovevano essere in pieno splendore, prima che l’eruzione
del 79, quella di Pompei, le seppellisse nello stesso tempo conservandole. Ciò
con un linguaggio sì tecnico ma anche accattivante, che sa parlare al lettore
profano ma attento riportando alla luce, con le parole – e il ricco apparato
iconografico – non solo le strutture architettoniche ma la vita che fu. Le ville
di Terzigno si collocano nell’Ager
pompeianus, un territorio centrale per la produzione di beni primari,
caratterizzato da un clima mite, da un suolo fertile, ricco anche di fonti
termali e sotto l’influenza della raffinata cultura greca che Napoli emanava:
“Elementi, questi, che rendevano l’intero territorio orbitante intorno al
Vesuvio, luogo ideale anche per le ville d’ozio, luoghi destinati alla speculazione
filosofica e intellettuale” (p. 125). Una raffinatezza che si risente anche
nelle ville di Terzigno: tre quelle riesumate nella Cava Ranieri, insieme
addirittura ai solchi di coltivazione ancora visibili. Si tratta di ville rustiche
dedite alla coltivazione dell’uva per produrre vino, ma gli insediamenti
presentano accanto alla fattoria vera e propria (pars rustica) anche costruzioni per abitazione (pars urbana) con pareti affrescate
(alcune megalografie che ricordano Villa dei Misteri), mosaici, vasellame e monili.
Il racconto degli autori invita il lettore a visitare questi luoghi le cui
pietre, sulla scorta del libro, potrà ricomporre in Storia viva.
Enzo
Rega
pubblicato in "Il Pappagallo", gennaio 2020
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